Consigli da mamma

La giusta alimentazione per i bambini da 1-3 anni

 Il bambino inizia a condividere i pasti con la famiglia ecco allora che l’arrivo di un pargolo può essere l’occasione per migliorare la propria dieta, perché come spiega John Prescott, professore di psicologia all’Università di Australia e Nuova Zelanda e autore di «Questione di gusto» (Sironi editori, 2013), ognuno di noi finisce con l’amare proprio i cibi che mangia ogni giorno. E le preferenze alimentari dei bambini sono inevitabilmente influenzate dalla dieta materna prima (durante la gravidanza e l’allattamento) e dalle scelte dei genitori poi.
Dando per scontato che sono le madri a dover decidere quanto a lungo desiderano allattare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di continuare fino ai due anni. Ma dopo il primo anno di vita, il latte materno (o vaccino o di crescita) ormai non è più l’alimento principe della dieta infantile e il bambino può condividere i pasti con il resto della famiglia, ammesso che la dieta familiare sia sana e bilanciata. Basta seguire piccole accortezze come, per esempio, tagliare il cibo a pezzettini facili da masticare, da prendere con il cucchiaino o da afferrare con le dita.

DARE IL BUON ESEMPIO

La prima raccomandazione di pediatri e nutrizionisti per genitori alle prime armi è: dare il buon esempio. «I bambini imparano dai genitori. Li osservano sin dai primi giorni di vita e cercano di imitarne i comportamenti. Ed è da questa premessa che bisogna partire per aiutare le mamme e i papà ad approcciarsi alla fase dell’alimentazione complementare, quando cioè, a partire dal sesto mese di vita, ai bambini possono essere offerti cibi complementari al latte», spiega Sergio Conti Nibali, responsabile del gruppo nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri. «Se i genitori infatti hanno uno stile alimentare adeguato è certo che lo avranno anche i loro bambini».

Del resto «la neofobia alimentare, l’avversione cioè per i cibi nuovi, è tanto comune da essere considerata una fase dello sviluppo infantile» scrive Prescott. Basti pensare al «non mi piace pronunciato davanti a cibi che non hanno mai toccato le labbra del bambino: un grande classico dei pasti familiari». «Ben venga allora provare a incuriosirlo con ricette diverse e proponendo piatti anche belli da vedere, per esempio giocando sul colore e la disposizione degli alimenti», aggiunge Morino.

MENU SANO E VARIO

Ma cosa mettere nel piatto? Per favorire la crescita e un sano sviluppo via libera, fin dalla più tenera età, alla dieta mediterranea. Modello alimentare che prevede tanta frutta e verdura, accompagnata da cereali e legumi, latte e derivati alternati a pesce, carne e uova, e olio extra vergine d’oliva come condimento.

 

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